Il KEL-Gespräch: il colloquio bambino-genitori-insegnante nella scuola austriaca



In questo post vi parlerò del KEL-Gespräch, ossia il colloquio Kind Eltern Lehrer (bambino genitori insegnante) che è stato da poco introdotto alla scuola primaria austriaca. Questo tipo di colloquio esiste già da qualche anno nella scuola secondaria, e ha ricevuto molti consensi, tanto da portare alla sua implementazione anche nel primo ciclo scolastico.

Si svolge due volte l'anno, a conclusione del primo semestre, e a fine anno scolastico, ma su richiesta può essere organizzato anche altre volte.

Circa due settimane prima del colloquio, la maestra ci ha fatto avere un questionario da compilare e da riportare il giorno dell'incontro. Il questionario conteneva alcune domande per noi genitori, riguardo ai punti di forza e ai punti deboli che vediamo nel nostro bambino.

Ogni colloquio dura circa mezz'ora. All'inizio abbiamo visionato la pagella di nostra figlia, che ancora per quest'anno è senza voti, infatti si chiama “documento di osservazione del bambino”. Adoro la parola osservazione, che si distingue nettamente da valutazione.

La pagella è divisa per materie: tedesco, matematica, Sachunterricht (per questa materia vi rimando al mio post sulla scuola primaria in Austria), educazione all'immagine, educazione tecnica e tessile, educazione musicale, sport, comportamento, e religione (per chi se ne avvale). Ogni materia comprende diverse voci, come la comprensione orale, la comprensione scritta, l'elaborazione di testi, l'ordine, l'autonomia, il rispetto delle regole, la partecipazione, le idee, ecc. Per ogni voce l'alunno riceve una di queste tre indicazioni: obiettivo raggiunto, obiettivo raggiunto in parte, obiettivo non raggiunto. Nonostante l'approccio alla valutazione sia lento e progressivo, non fa sconti a nessuno, e ripetere l'anno non è un evento eccezionale da queste parti. In realtà non viene nemmeno considerato come un fatto troppo negativo, ma come un'opportunità per recuperare in vista della sfida ben più pesante della scuola secondaria.

Dopo aver visionato la pagella, nostra figlia ci ha mostrato un raccoglitore, nel quale ha scelto alcuni lavori fatti in classe da mostrarci. In particolare, ne ha scelti alcuni che le sono piaciuti, e altri meno o per niente, poi ci ha spiegato perché.

A questo punto, è arrivato il momento della sua “intervista”: la maestra le ha chiesto come si trova a scuola, cosa le piace, cosa non le piace, in cosa si sente forte e in cosa ha difficoltà. Dopodichè ha preso alcuni bigliettini con gli aspetti positivi e negativi evidenziati da mia figlia, e hanno messo rispettivamente uno smile, una faccia indifferente o una faccina triste accanto a ogni voce. Infine, hanno riassunto in un foglio le maggiori qualità positive e i punti deboli, per poi andare a stilare un “contratto” tra la maestra e nostra figlia, che si è impegnata ufficialmente a migliorare questi aspetti per lei più difficili, iniziando da uno in particolare.

Per concludere, abbiamo visionato insieme il questionario compilato.

Questa prima esperienza del colloquio KEL è stata molto positiva per tutti, la trovo un ottimo strumento per incentivare la collaborazione scuola-famiglia, e soprattutto per far sentire il bambino al centro del suo percorso scolastico.

Per approfondimenti sulla scuola elementare austriaca vi rimando ai miei post sul primo e secondo anno.

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